Cultura Italiana

Cultura Italiana

Tutti quelli che non provano interesse per la conoscenza, sia essa trasmessa dai libri, dalle opere d’arte, dai prodotti industriali, dalle foto e dalle architetture, non sanno che la loro vita è totalmente determinata da queste entità, il cui ruolo nella società è proprio quello di trascrivere e trasmettere la conoscenza.

Dato che anche il più piccolo fatto o evento della vita di ciascuno di noi è determinato dall’insieme stratificato degli elementi che lo hanno costruito, e non dalle semplici esigenze biologiche che pensiamo di dover soddisfare mentre in realtà sono esigenze psicologiche, è necessario poter disporre di tutti gli elementi che ci consentono di elaborare il percorso che ha portato al fatto o evento, individuale e poi collettivo.

La cultura è quindi scrittura in forma di testo o altro ed elaborazione complessiva di questa raccolta. Senza queste due attività non c’è alcuna possibilità di comprendere nulla, nè sul piano personale nè su quello collettivo, di ciò che facciamo in ogni gesto o pensiero.

Il compito di elaborazione e costruzione della conoscenza non può essere affidato esclusivamente, come invece si fa oggi dove sono i governi a finanziare gli artisti da mettere in luce, a queste opere che quindi non sono altro che la messa in posa degli obiettivi di propaganda di chi ha il potere. Se è chiaro che la Cappella Sistina non esisterebbe senza le finanze dello Stato della Chiesa, è pure vero che prepotente emerge il senso di autenticità degli artisti che hanno avuto minori fonti di finanziamento in tutto il medioevo ma anche degli indipendenti del XX secolo. Tutte queste forme di produzione, istituzionali e spontanee, hanno motivo e logica per esistere e devono essere considerate.

Ma chi si occupa di preservarle? In questo momento l’arte è affidata ai musei, poco sensibili all’arte “autentica” che non sia supportata dalle istituzioni stesse (tutti gli artisti viventi di cui si fanno mostre nel mondo sono stati promozionati con soldi pubblici) ed ai privati, i quali però sottraggono le opere allo studio pubblico e che comunque fanno pagare quando esposte. Azzerata è ormai la sensibilità verso i testi scritti, che invece rimangono ancora la parte più importante di elaborazione del pensiero. Le biblioteche non sono più luoghi della conservazione e costruzione culturale ma sale di lettura e depositi di libri.

Tutto questo porta alla cancellazione della cultura e quindi, ed è questo il punto, all’impossibilità di comprendere gli accadimenti sia psicologici che sociali, sia individuali che collettivi. Ricordiamo che, anche a fronte del disinteresse della maggioranza delle persone che pensa a come procurarsi da vivere ed impiega il tempo che gli resta solo per intrattenersi, il contributo di ricerca e di intelligenza anche di una sola persona, frutto della sua sensibilità personale, crea enormi ricadute positive nel modo di vivere di intere comunità. Meglio ancora laddove lo studio e la ricerca sono abitudine di fasce ampie della popolazione.

E’ per questo che è nato “Cultura Italiana” che ha due scopi:

1. Conservare, archiviare, catalogare la nostra e le nostre culture in ogni forma e

2. Organizzare ricerche e promuovere ricerche indipendenti fatte da studiosi di qualsiasi età.

Ovviamente tutto in forma gratuita e libera per le persone.

“Cultura Italiana” nasce con un primo fondo di libri in dotazione che può essere arricchito aggiungendo altri libri e opere d’arte. E’ realizzato escclusivamente da volontari non retribuiti (ciò che è retribuito non è volontariato) che riconoscono l’importanza di questa conservazione e ricerca all’interno della società. “Cultura Italiana” rifiuta i contributi delle istituzioni dato che questi proiettano la volontà di chi governa a sostenere le loro idee e ideologie.

“Cultura Italiana” non vuole sostenere una idea specifica, vuole essere libera.

La prima cosa che gli occorre è un’area dove poter collocare i libri esistenti e i libri e le opere d’arte che le persone con la stessa solidarietà sociale intendono collocare in questo progetto.

Chiunque comprenda l’importanza di questa attività per le sue ricadute nella qualità della società, nonchè il fondamentale requisito dell’indipendenza per cui non ci si intende avvalere di contributi pubblici, può contattare il nostro admin comunicando come potrebbe svolgere il suo contributo considerando che occorrono un posto, libri, opere d’arte o oggetti con un senso storico, e che nessuna attività di lavoro dei partecipanti viene remunerata.

“Cultura Italiana” è indipendente, è per tutti, per l’oggi e il domani, per la nostra storia e per il nostro futuro.

Grazie.

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